Il cocciopesto è un materiale edilizio utilizzato come rivestimento impermeabile per pavimenti sia interni che esterni, ma anche per il rivestimento di pareti (ad es. di cisterne).
È composto da frammenti di laterizi (tegole o mattoni) minutamente frantumati e malta fine a base di calce aerea.
Si posa in diversi strati, caratterizzati da diverse granulometrie, che vengono battuti e bagnati diverse volte.
E' utilizzato dall’età romana come impermeabilizzante (rivestimento di vasche o di cisterne) o nei pavimenti.
Ancora oggi trova le sue applicazioni con la stessa forza.
Gli antichi romani lo chiamavano Opus signinum, termine latino derivante dalla città di Segni (Signa), presso Roma, dove secondo antiche fonti fu inventato.
Vitruvio ne descrive la fabbricazione e l'uso.
Nell’intonaco a cocciopesto l’inerte era sostituito con un’opportuna percentuale di cocciopesto, che dotava la malta di una discreta idraulicità e caratterizzava esteticamente la finitura, in relazione al colore delle scaglie di mattone impiegato, rosso giallo nel caso di mattoni ferraioli, ricchi di scorie e quasi refrattari e rosso bruno, in quello dei mattoni molto cotti. Per ottenere altre colorazioni potevano essere aggiunte delle sabbie colorate.
Attualmente viene prodotto industrialmente un granulato ottenuto dalla frantumazione di laterizi a pasta molle (cotti a temperatura inferiore a 850°), selezionato in varie granulometrie. Il materiale, legato con calce aerea o calce idraulica naturale e con sabbia, incontra sempre maggiore diffusione per le sue caratteristiche tecniche che lo rendono particolarmente adatto non solo al recupero del patrimonio edilizio storico, ma anche all'edilizia biocompatibile.
L'Intonaco di cocciopesto e grassello di calce.
L’intonaco non riveste solo un ruolo essenziale nella definizione architettonica dell’edificio, ma assume importanza decisiva nel contrastare le azioni di degrado.
La parete al rustico, risulta più facilmente aggredibile da parte degli agenti atmosferici, il rivestimento costituisce uno sbarramento nei confronti dell’acqua, capace, nello stesso tempo (per la sua permeabilità al vapore d’acqua, cioè per la sua capacità di “far respirare il muro”) di contribuire a mantenere l’equilibrio tra l’edificio e il suo ambiente.
Così sulla scorta delle indicazioni Vitruviane l’intonaco veniva prescritto in più strati, tanto da immaginarlo come “la pelle dell’edificio”.
Ogni strato, come accade per la pelle, concorre ad assolvere a specifiche funzioni, caratteristiche prestazionali ed estetiche.
L’intonaco di Cocciopesto, a base di grassello di calce e cocciopesto, formano un “sistema intonaco” in grado di proteggere e abbellire le murature.
Esso si colloca, a pieno titolo, nella tradizione di intonaci naturali, con i quali sapienti maestranze ed artisti hanno tipicizzato, nei secoli, i colori dei centri storici del nostro paese.
E’ particolarmente indicato per il recupero e il restauro degli edifici dei centri storici che per le nuove soluzioni di architettura.
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